Comments ( 28 )

  • Questo tempo più vuoto lascia spazio a pezzi di noi lasciati un po’ in ombra.
    Io avverto forte il desiderio di curare
    e riordinare il mio spazio interiore, che cerca pace.
    Sono contento di aver incrociato l’ambiente chiaro e caldo di tutti Voi e di essere ora in cammino con Voi.
    Il campo è liquido e avvolgente. Chiama alla rinascita. Reclama luce.

    • C’è un momento o più momenti in cui si avverte l’esigenza di curare se stessi, non nel modo solito, quello lo conosciamo già, c’è il ricercare qualcosa di indefinibile, ma reale, verso cui tendiamo, di cui ne abbiamo bisogno e per cui siamo disposti a donare la nostra esistenza.

    • Da pezzi a parti: pezzi mi richiama qualcosa di staccato e spigoloso come un coccio; parti, invece, qualcosa che ci appartiene e che è inscindibile. Le parti possono essere collegate, integrate e formare così un tutto armonico, grazie alla luce (Sattva) della consapevolezza.

  • Gli anni del Centro Sattva non sono solo degli anni speciali, ma anche dei mesi, delle settimane, dei giorni, delle ore, dei minuti e dei secondi speciali… proprio come i nostri percorsi individuali, attimo dopo attimo, passo dopo passo. Un salute speciale a tutti, Maria

  • Tanti auguri caro centro Sattva, un grazie di cuore ad Andrea per la sua presenza costante, “giornaliera”, in tutto questo tempo e anche ai tanti compagni di “viaggio”.
    Quello che lo yoga trasmesso al centro mi ha mostrato è che ci sono legami invisibili, di cuore, tra le persone. Pur non frequentando in questo momento, mi sento comunque vicino al centro, ed il richiamo dello yoga è sempre vivo.

  • Essere speciali è uno stato dell’Essere: se siamo, non possiamo che essere speciali. Unici, in tutta l’Unicità del Qui e Ora.

    • Essere!

  • Anche oggi è un giorno speciale. Ogni giorno è un giorno speciale. Rimanere in contatto con se stessi e con gli altri, in modo inedito, più sottile, attraverso uno scritto nel quale lasciamo fluire la nostra essenza, ci permette di riscoprire la forza della parola. Una scoperta per noi ed un dono per gli altri.

  • Ora il tempo è propizio, senza se e senza ma, ora il tempo è propizio!

    • ‘Ora’ è l’unica cosa che abbiamo; quest’attimo posso viverlo invece di lasciarlo banalmente passare al passato (che è – appunto – già passato) o cercare di spostarlo sul futuro (che non si sa mai se ci sarà). Un abbraccio propizio, Maria

  • Che Bell’anniversario!
    Tanti auguri di cuore a questo Centro che ho scoperto qualche anno fa e che da allora con la sua forza magnetica continua a farmi sentire il bisogno e il piacere di frequentarlo.
    Grazie a tutte le persone speciali che lo tengono vivo e che sanno trasmetterci qualcosa di autentico
    Sono contenta di festeggiarlo anche in questo modo, la presenza di tutti si sente!

  • Mi sono avvicinata al centro Sattva su suggerimento di una cara amica, Maria.
    Il desiderio di iniziare a praticare yoga stava maturando da un po’ dentro di me; la vita troppo frenetica mi suggeriva la necessità di rallentare, di trovare uno spazio per me stessa.
    Ma mai mi sarei immaginata di trovare quello che ho “trovato”: non solo pratica ma un vero e proprio percorso, tanta energia e voglia di condividere con le mie compagne di avventura ed i miei cari maestri Andrea, Eliana e Francesca.
    Nella speranza di ritrovare tutto questo al più presto, un caloroso Grazie
    Con affetto
    Antonella

  • Una quindicina d’anni fa abitavo a qualche decina di metri dal Centro Sattva.
    Per un paio d’anni, ci sono passata davanti quotidianamente: mi limitavo a conoscerne l’esistenza, senza vedere realmente, senza sapere.
    Poi, un giorno, spinta da un intenso bisogno di “respirare a fondo”, ho varcato quella soglia.
    Ad accogliermi, alcune delle persone che poi sarebbero diventate mie compagne di corso e percorso.
    Da quel momento, grazie ad Andrea e agli insegnamenti da lui tramandati, ho iniziato ad imparare a respirare a pieni polmoni, a sentire il mio corpo e a vedere il mondo che mi circonda con occhi diversi.
    Avrei molti momenti e sensazioni da riportare per testimoniare la ricchezza del Centro Sattva, ma mi risuonano le parole di Lorenza: è oggi, ogni giorno, il giorno per festeggiare e ringraziare Andrea e tutti noi per avuto l’intuizione di salire le scale che portano al Centro, la costanza di ripercorrerle e la gioia di ritrovarsi, anche qui, sotto un fiore di Loto virtuale, per farlo diventare reale.
    Un buon “non compleanno” al Centro!

  • A fior d’acqua
    il petalo
    si veste di luce
    Baci di sole
    viaggiano
    sulla superficie increspata
    dalla brezza di aprile
    A fior d’acqua

  • Trentacinque anni sono molti e da più di venticinque lo sto frequentando anche io. Sono stata attirata dagli incontri “particolari”, dalle esperienze “diverse” che si proponevano; cose un poco diverse dalla vita ordinaria che si conduce solitamente. Oggi posso dire da un profumo diverso, che sa di vero e di libertà, di scoprire qualcosa di autentico di se stessi e quindi di crescere e rigenerarsi.
    Sono tanti passi ma quello che conta è quello che stiamo facendo ora, in questo momento.
    Grazie ad Andrea di avere aperto questo Spazio e grazie a tutte le persone che ho incontrato in questo luogo e anche a quelle che non ho incontrato ma ci sono e frequentano il Centro e portano la loro energia.
    Ora questo è lo spazio per festeggiare, sotto il fiore del Loto, in alto al centro di questa pagina virtuale ma reale perché rende possibile questa condivisione.
    Lorenza

  • Sono arrivata al Centro nell’autunno del 2009 dopo un piccolo infortunio alla spalla e problemi ai bronchi: il corpo mi diceva che non potevo più muovermi troppo per bruciare energia, ma che dovevo trovare un modo per tenerla sotto controllo. La strada verso questo obbiettivo è lenta, ma il percorso ha man mano offerto altre grandi e piccole prospettive di ben essere, non solo fisico, e di vicinanza con persone diverse che però hanno scelto la stessa strada.
    L’ambiente fisico del Centro per me è di molto aiuto, è come una casa. Aspetto quindi di rivederlo vestito a festa.
    Grazie ai Maestri per il loro insegnamento e per esercitare, come me, la pazienza e la fiducia.
    Sono contenta di incontrarvi tutti anche così.

  • Stare da soli nella propria casa porta a vedere e trasformare i propri schemi. Quello che ho trasformato per primo è stato quello della frequenza delle mie sedute di yoga: da bisettimanali sono diventate quotidiane non per senso del dovere, ma perché sento un richiamo alla pratica diventata come una magia. La continuità delle sedute ha trasformato il mio modo di vedere le cose e di pensare ed inoltre percepisco qualcosa in più di prima difficile da descrivere. Avverto anche un filo invisibile che mi unisce a tutti i componenti del mio gruppo, ma non solo con loro, ma anche con tutti i praticanti di questa meravigliosa pratica.

  • Una voce dallo Zen in questa occasione:
    “mi siedo sul cuscino a forma circolare e sarà il mio sostegno per l’arco di tempo della meditazione, che prevede almeno un periodo di 20 minuti, ferma, seduta a gambe incrociate, in silenzio, assieme a coloro che come me hanno scelto di essere lì. Non ci sono parole, l’inizio e fine periodo sono scanditi dal suono di una campanella: 3 tocchi all’inizio e 1 solo tocco alla fine. Nessun fine da raggiungere, la posizione è stabile, l’attenzione rivolta al respiro, la mente ferma, un’espansione investe tutto l’essere”.
    Altre voci si uniranno con la loro melodia…… Stiamo in ascolto!

    • In questo periodo ogni sera abbiamo l’appuntamento con la meditazione, ognuno nella propria abitazione ma uniti nel medesimo obiettivo e nel medesimo periodo. Iniziamo tutti assieme e così concludiamo. In questo modo la pratica individuale non è più un motivo di separazione, di isolamento ma diventa unione, la meditazione viene fatta mano nella mano con i propri compagni di pratica. Come quando si è in sala seduti sul proprio cuscino alle prese con la propria mente ma tutti assieme. Zazen

  • Tantissimi auguri ed un brindisi speciale al Centro Sattva! Un Centro di un’atmosfera particolare, un Centro di un’energia profonda, un Centro nutrito da tante persone speciali. Neanche io, come Francesca, immaginavo che si sarebbe trattato di un percorso quando sono venuta ad iscrivermi al corso principianti di Yoga. Ma ho subito capito che era luogo speciale ed un posto anche mio. Un Centro che poi è diventato il riferimento per il percorso del mio centro… un percorso di silenzio, di ascolto, di presenza, di meraviglia, e direi di grande avventura! Grazie Andrea, grazie Ileana, grazie a tutti i compagni della pratica! Un saluto affettuoso, Maria

  • Del mio primo giorno al Centro Sattva (autunno 1990) non ricordo nulla. Durante gli anni ho partecipato a molte attività proposte, ho conosciuto molte persone. Con alcune il percorso continua, altri non ci sono più. Cosa posso dire della mia esperienza; ho imparato ad aprire piccole porte dentro di me, a creare in me stesso uno spazio creativo e vivo. Un piccolo Centro Sattva dentro di me. Grazie di Cuore.

  • Quando nel 2003 sono entrata al Centro Sattva per chiedere informazioni su un “corso”, attirata da un cartello dai colori accesi, da un bisogno di allenare le tensioni mentali di un lavoro impegnativo e molto intellettuale, ed incentivata dalla prossimità al luogo in cui abitavo, non immaginavo che si sarebbe trattato di un percorso. Però un segnale che qualcosa stava cambiando mi venne, adesso lo capisco, dal fatto che traslocai in un appartamento ancora più vicino al Centro (passai da una distanza di 200 m ad una di 10 m da portone a portone -mi separavano 2 numeri civici); come dire che mi stavo avvicinando alla mia vera casa, ad uno spazio interiore che da allora continua ad ampliarsi, a sorprendermi a nutrirmi. E ciò grazie agli stimoli che vengono da te Andrea, da Ileana e da tutti i compagni di yoga, dagli allievi, dal Centro come luogo fisico e per quello che rappresenta. Varcare quella porta è per me entrare ogni volta in un luogo di silenzio, di ascolto, di scoperta. Un luogo frequentato e vissuto da tante persone che come me, consapevoli o non ancora, si trovano su una Via. Un luogo pieno di magia, quella magia che riusciamo a creare in occasioni come le sedute, i seminari, i festeggiamenti. Sì, perché anche i festeggiamenti lì sono speciali (musica, colori, profumi, gesti, creazioni …) Per cui auguri al Centro Sattva e non vediamo l’ora di festeggiare tutti insieme! Ho una piccola sorpresa.

  • IL MONDO DIETRO L’ANGOLO DI CASA

    Ventotto anni fa stavo per partire alla volta della Scozia per trovare un Maestro Zen di cui avevo letto un libro. Andrea mi disse “perché vai così lontano? se vuoi, puoi trovare tutto dietro l’angolo di casa”.

    Da allora ho girato “l’angolo di casa”, per frequentare le attività del Centro Sattva, centinaia e poi migliaia di volte, ed ancora oggi, ogni volta, scopro nuove piante di questo immenso Giardino!

    Grazie ad Andrea e a tutti coloro che con la loro Presenza rendono possibile questa Realtà!

  • Leviamo tutti il nostro calice virtuale per questo traguardo del Centro che ha visto, vede e continuerà a vedere decine di persone pronte a intraprendere un percorso che per quanto mi riguarda è stato profondamente trasformativo. Come molti sono arrivata al Centro per tentare di alleviare un mal di schiena fastidioso ( e ci sono riuscita) . La pratica però mi ha dato e continua a darmi molto di più, conducendomi lungo un percorso che ancora oggi si rivela ricco di nuovi spunti; anche quando sembra di aver acquisito qualcosa e si tenderebbe a darlo per scontato basta poco per trasformare e dare un nuovo sguardo: la fase statica più lunga, una sequenza diversa, una modalità differente e tutto cambia, si aprono nuovi mondi da scoprire.
    Grazie Andrea, grazie Ileana

  • L’edera dei vicini

    Il monaco astronomo era considerato un grande sapiente nel monastero. Sapeva prevedere le orbite dei pianeti con millenni di anticipo, anche se mancava un po’ di senso pratico. Un giorno il maestro lo incontrò mentre il monaco era intento a tagliare l’edera in una parte molto marginale del giardino, proprio sul ripido confine con i vicini, e gli chiese:
    – “Perché perdi il tuo tempo a tagliare l’edera in questo angolo mentre il centro del nostro giardino richiede così tanta cura? Le rose dell’aiuola principale implorano di essere potate e la lavanda davanti all’ingresso è pronta per essere raccolta.”
    Il monaco rispose:
    – “L’edera, all’apparenza così bella e rigogliosa, sta soffocando gli alberi sul nostro confine. Se non la taglio moriranno e ci cadranno in testa, il loro legno marcirà e non potremo più utilizzarlo per scaldarci. I vicini ci diranno: ‘Mica era compito nostro!’. Il muretto sotto la collina si sgretolerà e i suoi sassi rotoleranno nell’aiola delle rose e fra la lavanda.”
    Il maestro si guardò la punta dei sandali.

    • L’edera dei vicini – parte seconda

      Che significa questo racconto?

      E’ una storia del rapporto fra il nostro Centro e il Confine. E’ anche una storia sul come io sento il maestro e il suo insegnamento.

      E’ scritta nello stile di una tradizionale storia zen a mo’ di tributo alla disciplina e ai trentacinque anni della nostra scuola.

      Mi sono immedesimato nel discepolo/monaco, con tutti il suo bagaglio terreno.

      Cos’è il Confine? Ero partito con l’idea che fosse lo spazio che sta fra il nostro Sé e gli altri, il resto del mondo. Io che vi racconto me stesso attraverso questa storia. Ma a ben pensarci ha molte sfaccettature: lo spazio dell’Io, dell’affascinante edera dei pensieri (ricordi / fantasia / emozioni), il voler tenere lontano / l’essere invasi dagli altri, il rumore del mondo, insomma il terreno preparatorio perché noi possiamo dedicarci al nostro Centro.

      Cosa può fare il maestro se non richiamarmi costantemente e pazientemente al Centro, il luogo del Sé? Al fatto che tutto il resto è secondario, e in fondo una perdita di tempo/energia?

      L’ho immaginato guardarsi la punta dei sandali: era così imbarazzato dalla mia ignoranza da non poter sostenere il mio sguardo? Aveva fatto un sottile inchino di riconoscimento al mio percorso? O aveva forse deciso che ero io a dover decidere, che dopo i richiami il suo ruolo poteva essere solo quello di testimone? O forse qualcos’altro che affonda nel mistero che non sono ancora in grado di percepire?

      Ah, la storia è vera: per necessità mi sono reinventato giardiniere, cosa che finora avevo considerato sommamente noiosa. Mi scelgo un angolo nel quale sperimentare di testa mia. Finisco per lavorare in solitudine al confine col vicino o anche un po’ oltre, ignorando la parte nobile del giardino. Sì, l’edera sta soffocando gli alberi che ad ogni tempesta ci cadono sul prato. E sì, i muretti a secco secolari vengono divelti dalle radici e i sassi rotolano giù per il nostro ripido prato. Il bosco di confine è diventato il ricettacolo di decenni di ramaglie, un carico del quale era tempo di fare piazza pulita. Quello che era partito come uno sfogo fisico finisce per divenire un esteso processo di meditazione nella natura, un capitolo importante del mio percorso. Del resto cosa se non l’humus, la terra, può insegnare l’umiltà, il nostro essere terra, vicini alla terra?

      La storia vuole essere un tributo oltre che al maestro anche a tutti i compagni di percorso in questi anni. E’ scritta in stile formale ma il ringraziamento è commosso. Probabilmente non si capisce dal testo, ma ve lo svelo io adesso.

      • Tendiamo a nascondere qualcosa che sentiamo essere molto prezioso. Portarlo alla luce, in forma di storia, è un primo passo per permettere agli altri di avvicinarsi a noi, ma anche a noi stessi di fare un passo per conoscere meglio parti un po’ nascoste. Un bosco lasciato nell’incuria per anni ha bisogno di tempo per essere riportato ad un suo equilibrio, per poter tornare a respirare e per non essere invasivo o addirittura distruttivo nei confronti di altre parti. Un lavoro da fare con pazienza e fiducia, senza trascurare le altre parti, le rose dell’aiuola principale; anche loro necessitano di cura. La nostra anima ha sempre bisogno di cure, così come quella degli altri. Buona cura caro Alvise. Aspettiamo il seguito, magari in un luogo più accessibile, per fargli onore.

  • La scelta di fare un percorso di Yoga può sembrare un’azione normale, ordinaria, ma non è stato così per me: nel 1990 mi affacciai al Centro Sattva e certamente non immaginavo né che sarei rimasta fino ad oggi, nè che gli avrei dedicato tanto spazio della mia vita.
    Ci sono fili invisibili che fanno incontrare le persone, alcuni incontri sono passeggeri altri definitivi che lasciano tracce incancellabili. Grazie Andrea nostro riferimento, e grazie a tutti e a coloro che hanno condiviso con me questa magnifica ed essenziale esperienza e che continuano a farlo con entusiasmo e fiducia.
    Ileana