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  • Tutti udirono quella voce, nessuno si scompose continuando a sorseggiare il tè versato una seconda volta dal vivandiere. Sotto quel cielo notturno prodigo di stelle si avvertiva una vigile attesa di un contatto da Ahmed.

  • Lo svolgersi di quell’incontro sembrava, per il modo in cui l’uno si rivolgeva all’altro nella luce dorata delle tre candele che sfiorava i loro volti, precludere a qualcosa di indefinibile e nello stesso tempo concreto. In quello spazio sconfinato una voce si levò e come un’eco si udì: Ahmed, Ahmed dove sei?

  • Ciò che udì la donna furono suoni di campana regolari e della stessa intensità  che mano a mano formarono due parole: “non ordinario”. Questo fu tutto, dopodiché Alì si raddrizzò sulle zampe e con passo lento e sinuoso si diresse verso gli altri cammelli mentre la donna continuò a partecipare assieme ai suoi compagni di viaggio a quella che sembrava essere la “cerimonia del tè” nel deserto!

  • Mentre sorseggiavano il tè, in quel silenzio pieno e vuoto che annunciava l’avvicinarsi della sera, in quella atmosfera di luce e ombra che sembrava rendere immobile il tempo, pensieri nuovi si affacciavano alla mente di una giovane donna. I suoi lineamenti mediterranei sembravano darle un’identità , ma il suo vero volto si manifestava nei semplici gesti, nella voce che sembrava provenire da luoghi lontani e sconosciuti, nello sguardo che sembrava cogliere sfumature intime delle persone intorno a lei. Non le era sfuggito il colore dell’animo del silenzioso cammelliere, ma non si mosse, non era ancora “il tempo”… Il cammello, che non sembrava interessato in quel momento al gruppo, le si avvicinò e le sussurrò qualcosa all’orecchio!!

  • Com’è stato l’inverno nel deserto al gruppo che stava per bere il tè?

  • Sono curiosa di conoscere il seguito di questo bel racconto, anche se questo gruppo di liberi viaggiatori mi suona familiare. Rimango in attesa…

  • L’aroma del tè, caldo e avvolgente si diffonde nell’aria della sera, portando con sé il fresco pungente della menta: colgo in questo profumo antico un inspiegabile nuovo, qualcosa di indefinibile eppure forte.

  • Grazie Alvise per questa prima parte del tuo racconto!
    Volevo solo aggiungere che “il piccolo gruppo di nuovi arrivati non aveva attirato solamente l’attenzione di Ahmed e dei bambini del villaggio; incuriosito dalla cerimonia del tè si era avvicinato, staccandosi dal suo gruppo, addirittura un cammello!
    Il suo nome di battesimo (conferitogli dai suoi genitori) era Alì.
    Alì era da un pò che si sporgeva, quasi a volersi allungare, con il muso e le orecchie, come per cercare di vedere o udire meglio ciò che si stava svolgendo davanti a lui.
    Nessuno di quegli uomini parlava o si muoveva eppure si percepiva una grande armonia e comunione tra di loro in quel profondo silenzio che era anche unico suono.
    Alì però non era passato inosservato ad alcuno dei presenti così che uno di loro si alzò andando lentamente incontro al cammello.
    Una lieve brezza si era alzata; il sole era ormai tramontato e la luna illuminava i due esseri.
    A quel punto l’uomo accarezzò il muso peloso di Alì. La tenerezza di quel gesto fu tanta che non potè non arrivare fino al cuore di Alì il quale si ricordò come, fino ad allora, era stato benvoluto ed amato anche dal cammelliere Ahmed. In quel silenzio, nello spazio di un attimo, i due essere compresero intuitivamente ciò che li avvicinava.”